Il racconto di una caritativa nata quasi per caso

22 Marzo 2023, funerale di Mauro. È l’occasione per passare a prendere un’amica storica, di tanti anni di caritativa e che ora è in una casa di religiose. Arrivando da lei ripercorro con la mente la storia di un’amicizia nata in appartamento negli anni di università e fiorita in 15 anni di caritativa. Un semplice gesto portare del cibo, iniziato quasi per scherzo dopo una scuola di comunità. Non avrei mai immaginato questa storia. Al cimitero troviamo Marian una ragazza 10 anni più giovani di me che da un anno mi aiuta a portare il pacco da quando altre compagne di caritativa per questioni personali non vengono più.

Domina la commozione al funerale: Anna ci attende piangendo fuori dalla chiesa del cimitero di Lambrate e ci vuole al suo fianco durante la cerimonia funebre del marito. La figlia mi aveva scritto un SMS la sera prima dicendomi che “mamma è tutta contenta perché verranno le amiche di mamma e papà”. La funzione religiosa sembra poco partecipata e alla fine ci facciamo forza e ci decidiamo a chiedere se possiamo fare un canto. Su due piedi intoniamo “Quando uno ha il cuore buono”, che descrive bene questi 15 anni di pacco e caritativa e di bene ricevuto.

Abbiamo cominciato con loro, alle prime ci hanno chiuso la porta in faccia per almeno un anno… poi ci hanno fatto entrare nella loro vita nelle loro ferite…2 figli morti, di malattia e di vita piena di dolore e fatica Problemi psichici e penali, figli che hanno abbandonato la famiglia o di cui si sa poco. I primi anni ha dominato la loro disperazione e la nostra incapacità di stare loro accanto…ogni cosa che tentavano di fare era come un granello di sabbia in un oceano di dolore. Con il tempo è nata un’amicizia, una compagnia vicendevole alla vita. Mauro e Anna: sono loro a chiamarci ad attenderci già fuori dalla porta a farci entrare e a non farci più andare via. Ogni volta assistiamo a litigi o lamentele su quanto la vita sia dura e cattiva con loro, ma alla fine si inizia a ridere ad abbracciarsi. Da questa amicizia nata in caritativa una di noi ha cominciato a verificare la sua vocazione in un istituto di suore religiose che pone al suo centro la carità. Ci ha raccontato che niente come il gesto della caritativa la rende libera, vera felice.

Madre di tre bimbi non ho mai mollato questo gesto perché ogni volta torno e guardo mio marito e i miei 3 figli in modo diverso. E tutte le volte che mi chiedo perché vado il sabato mattina dall’altra parte della città, la risposta che riscopro è sempre la stessa: “ho bisogno di te Signore, che ti mostri a me e a loro”. Sono sempre tornata guadagnando più io: un gesto semplice e gratuito che dà più a me che a loro. Nel tempo, aiutati anche dalla compagnia del Banco, abbiamo cominciato a seguire anche il figlio con problemi psichici e di droga fino a coinvolgere anche mio marito che lo segue da un punto di vista legale. Insieme a me al funerale hanno partecipato la mia compagna di caritativa da 15 anno e una ragazza nuova, che non conoscevo prima e che da un anno viene con me in caritativa e che è il nuovo dono inaspettato alla mia vita.

Così al funerale conosciamo il figlio di Mauro e Anna, ci presentiamo, ma lui ci assicura di conoscerci già per tutti i racconti fatti da papà e mamma negli anni. Anche con gli altri figli è una fraternità inaspettata, siamo arrivati fino alla tomba dove conosciamo anche i volti dei due figli morti. Non domina il dolore ma la compagnia alla vita. Torniamo alla macchina con Tina che ci tiene a braccetto: chi lo avrebbe detto 15 anni fa che saremmo arrivati proprio qui?

I giorni seguenti la figlia ci ringrazia per i canti e l’amicizia: la storia continua: io e Marian suoniamo e lasciamo ancora una volta il pacco e torniamo a casa con un dono più grande: Tina mi regala la biciclettina del nipotino: “te la do ma solo se la tieni per il tuo bimbo non per altri!”

Dio ripaga sempre con doni concreti e più grandi di quelli che la tua testa può immaginare quando dici si anche per scherzo.

Francesca